Ma è impossibile certificare la qualità dei farmaci venduti
Quattro italiani su dieci ritengono il web una fonte sicura per comprare medicinali. Ma spesso proprio online si nascondono i farmaci contraffatti, con dosi inadeguate di principio attivo e a volte contaminati con sostanze tossiche per l'organismo. Di qui il progetto "Pillole Fakeshare" per promuovere l'informazione degli italiani sul tema, lanciato oggi in occasione del convegno "Contraffazione, un virus da estirpare", promosso da Federfarma Servizi, in collaborazione con la Società Italiana di Urologia (Siu).
Da un'indagine condotta dall'Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa) e l'Università "La Sapienza" di Roma su un campione di mille internauti, emerge che oltre il 41% valuta positivamente l'acquisto di farmaci online. Inoltre il 43,4% ritiene il web una fonte molto sicura cui rivolgersi per comprare medicinali. E questo a prescindere dal fatto che sul sito web vi sia o meno il 'bollino di qualità' del Ministero della Salute, creato per identificare la farmacie autorizzate, ma ancora poco conosciuto.
"E' impossibile - sottolinea Domenico Di Giorgio, direttore Ufficio Qualità Prodotti dell'Aifa - certificare la qualità dei farmaci venduti da siti web non autorizzati, poiché non è possibile stabilire da dove provengano, come siano stati fabbricati e cosa contengano. Le analisi su alcuni farmaci sequestrati hanno rilevato, ad esempio, la presenza di gesso e vernice stradale". Di qui il progetto di Federfarma Servizi e Siu "Pillole Fakeshare", che si inserisce nella campagna europea Fakeshare per il contrasto della vendita illegale di farmaci
Già 6.000 farmacie illegali sul web chiuse nei primi mesi del 2017 e oltre 20.000 bloccate nel 2016. Quello della vendita di farmaci contraffatti online è però un fenomeno difficile da arginare perché, per ogni sito che si chiude, altrettanti arrivano aprono le proprie vetrine online. A fare il punto il convegno "Contraffazione, un virus da estirpare", promosso da Federfarma Servizi, in collaborazione con la Società Italiana di Urologia (Siu).
Da viagra a anoressizzanti, da anabolizzanti a integratori, quello dell'acquisto di farmaci per vie illegali è un vero e proprio "mare monstrum" in cui gli italiani navigano senza bussola. "Questi siti - spiega Antonello Mirone, presidente di Federfarma Servizi - si moltiplicano, sfuggono ai controlli e si nascondono fra le maglie della rete". Intanto, aggiunge, anche "l'uso dei social come canale di promozione sta aumentando soprattutto per la diffusione illegale di farmaci innovativi ad alto costo".
Un business che muove un volume di denaro "quasi superiore a quello del commercio di droga" e che vede "la criminalità organizzata molto attiva". Ma proseguono anche i controlli delle forze dell'ordine. Nel 2016, nell'operazione PANGEA IX sono state sequestrate, in 103 Paesi, 12 milioni di unità di farmaci illegali o contraffatte, di cui circa 80.000 in Italia. Quella dei farmaci, conclude Paolo Russo, componente della Commissione parlamentare d'inchiesta sulla contraffazione, "è un tipo di falsificazione più odiosa di qualsiasi altra, perché oltre a colpire aziende sane, incide su un consumatore ancora più fragile degli altri, ovvero il paziente".
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